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L’export vino italiano è da sempre una delle attività che fa da traino per l’intero settore agroalimentare del Bel Paese.
Negli ultimi anni, oltre che verso gli USA, è aumentato notevolmente l’export vino italiano in Cina così come in Giappone.
Basta pensare che l’export ha un peso medio sul fatturato delle aziende di circa il 66%.
I distributori di vino italiano, dopo il periodo non semplice della Pandemia, hanno ripreso a vendere vino online verso i paesi esteri approfittando della fine dei vari periodi di lockdown.
Se la situazione attuale per l’export di vino italiano è ancora positiva, soprattutto per quanto riguarda quello verso gli USA, le cose possono cambiare per il fatturato 2022/2023.
L’export italiano resta al momento stabile grazie a piattaforme come Italian Wine Lovers che permettono ai produttori di vini di mettere in vetrina i proprio prodotti migliori.
Un numero sempre più alto di grossisti di vini italiani si rivolge a Italian Wine Lovers per acquistare e distribuire nel mondo più di 3000 etichette delle oltre 500 cantine presenti sul sito.
Uno strumento utile sia per chi vuole far conoscere il proprio vino oltre i confini dell’Italia, ma anche per chi cerca prodotti di prestigio per la propria attività sia in Italia che nel mondo.
Il settore dell’export vino italiano, in questo preciso periodo storico, rischia di soffrire pesantemente dello scenario geopolitico che si presenta a livello mondiale.
Il conflitto tra Ucraina e Russia, ad esempio, rappresenta una pesante perdita di quote di mercato visto che l’export vino italiano 2020 verso i due paesi è di circa 340 milioni di euro.
I produttori piemontesi e veneti sono quelli che risentono maggiormente di questa situazione del mercato del vino visto che i loro vini sono i più esportati verso Russia e Ucraina.
I vini piemontesi, come ad esempio il Barolo, sono grandi classici che non mancano mai sulle carte dei ristoranti di tutto il mondo, mentre è sotto gli occhi di tutti il successo delle bollicine venete.
A preoccupare però gli Wine Export Manager sono soprattutto i rincari delle materie prime che possono portare a una domanda di vino inferiore di 3 punti rispetto agli anni precedenti.
I maggiori aumenti di prezzo riguardano i fertilizzanti che si usano nel processo di coltivazione e i materiali d’imballaggio.
L’export vino italiano deve quindi adattarsi a uno scenario internazionale che può danneggiare e influire negativamente sui volumi d’affari delle esportazioni verso l’estero.
Il trend che emerge da Prometeia, agenzia che si occupa di consulenza, è quello di una ricerca da parte dei produttori italiani di una maggiore internazionalità e qualità anche per quanto riguarda i vino shop online.
Il vino italiano, oltre a essere alla continua ricerca di nuove possibilità di business, rappresenta un prodotto di lusso (49%) e Premium (55%), ma non certamente Mass Market (30%).
Ciò significa che i costi di aumento delle materie prime sono assorbiti meglio e che i produttori hanno un buon margine di guadagno per investire nelle proprie attività.
In questo modo aumenta il livello di qualità del vino e aumenta la possibilità di Export Vini verso paesi che si affacciano adesso verso i prodotti Made in Italy.
Nonostante la preoccupazione per la situazione internazionale e per il conflitto tra Ucraina e Russia, i dati dell’export vino fanno ben sperare per il futuro.
Nonostante i rincari di fertilizzanti e materiali d’imballaggio, il fatturato delle imprese vinicole italiane è in crescita sia nel 2022 (+2,5%) che nel 2023 (+1,6%).
Uno degli aspetti che premia i prodotti italiani, rispetto agli altri, è la premiumization.
I vini italiani, esattamente come accade per l’abbigliamento ad esempio, sono sempre più brand che innalzano il livello sociale di chi li consuma e quindi sono veri e propri prodotti di lusso.
Il maggiore appeal dei vini italiani permette loro di inserirsi con facilità all’interno dei prodotti di alta gamma, destinati a una fascia di consumatori che non risente particolarmente del periodo di crisi.
L’obiettivo dei produttori e distributori italiani è anche quello di attrarre una serie di attività che, soprattutto dopo la Pandemia, hanno scoperto i vantaggi di comprare vino online.
La buona notizia è che, stando agli studi di mercato Prometeia, il segmento luxury ha un aumento dei costi di materie prime del 29% contro il 46% del Premium e il 50% del Classic Market.
Dati che danno conforto a tutti coloro che si occupano di import export vino italiano e che possono sperare quindi di vedere inalterati il giro d’affari rispetto all’export vino italiano 2021.
I have been with Bell Italia since 2017, today I am the Marketing Manager. I bring with me almost twenty years of experience as a commercial in the food and non-food sectors and a great passion for Made in Italy.
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